lunedì 27 gennaio 2025

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“300 MILIONI: Società Passione Intrighi!”

Andrea, vince una grossa somma di denaro, e decide di usarla in maniera poco consona, fuori dal comune a volto scoperto. Attirerà a se le attenzioni più disparate e dovrà districarsi tra le prove della vita e tra le persone che avrà attorno.

300 MILIONI: Società, Passione, Intrighi : Zorzella, Fernando: Amazon.it: Libri

“IMAGE: Io non ho paura!”

In una Verona del 2035, dove i principi morali vanno sempre più a decadere, un ragazzo di 25 anni riceve un grande dono. Come userà questo dono? Voi siete pronti, ogni giorno, a ripetere dentro il vostro cuore le parole "IO NON HO PAURA!", per affrontare la società che ci circonda? Robert Baden-Powell, fondatore degli Scout disse: "Il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Procurate di lasciare questo mondo un po' migliore di quanto l'avete trovato e quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di aver fatto del vostro meglio.”

Amazon.it: IMAGE: Io non ho paura! - Zorzella, Fernando - Libri


SORPRESA A BARCELLONA 4° CAPITOLO

 SORPRESA A BARCELLONA

Scritto interamente da Zorzella Fernando

Presentato a puntate qui su face book.

Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.

Il romanzo è dedicato a Mia Moglie Francesca.

DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO

TESTO:

4° CAPITOLO

Dopo cena ti cerco senza tante attenzioni negli spazi promiscui di questo albergo.

Non vado a letto se almeno non ti vedo un’altra volta.

Vedo le due signore che ti hanno accompagnato, sono sole, tu dove sei?

Eccola, sei appoggiata al balcone del piano bar, tutta sola soletta.

Ma sei al telefono.

Certo hai il marito a casa che ti aspetta.

Sfrutterò il momento per contemplarti.

La telefonata finisce ed io decido di avvicinarmi.

Fernando: “Buonasera Signora Francesca.”

Francesca: “Adesso sono Signora? ……. A dire il vero penso che bene o male abbiamo tutti e due la medesima età, però a dire il vero questa sera mi sono tirata per cercare di sembrare più giovane, quindi se continui così, e mi fai sentire vecchia puoi lasciare il posto ad altri.”

Fernando: “Volevo essere cortese e non invadente. Avevo visto che stai telefonando.”

Francesca: “Avevo il cellulare in modalità specchio e stavo aspettando per capire se c’era una persona gelosa in giro che voleva fare quattro chiacchiere.”

Fernando: “Eri qua in versione preda allora.”

Francesca: “Bisogna vedere se questa preda è velenosa o meno Fernando, …………. Sono velenosa?”

Fernando: “Per il mio cuore no, per ora.”

Francesca: “Dai, questa preda ha una sete incredibile, offrimi un cocktail così mi dici veramente cos'è che ti ha colpito di me.”

Fernando: “Posso chiederti una cosa?”

Francesca: “La seconda volta che ci parliamo ed hai già pretese? Continui male ragazzo mio.”

Fernando: “Avevi un bellissimo rossetto rosso strano questa mattina, come mai ora non lo hai indossato?”

Francesca: “A dire il vero è il mio rossetto preferito, mi sono dimenticata di metterlo. …………. Dai al tavolo me lo metto.”

Arrivati al tavolo ci sediamo e tu ti sistemi il rossetto, poi, una volta ordinato il cocktail proseguiamo a parlare.

Francesca: “Perchè hai deciso che io dovevo essere la tua preda? Perchè non ti ha attratto quella signorina della 507 che porta le minigonne talmente corte che potrebbe farne senza?”

Fernando: “Perchè quando ti ho vista mi sono sentito tuffare in un altro mondo e ho sperato di godere dei tuoi sguardi e della tua compagnia per parlare e discutere un pò di ciò che succede.”

Francesca: “Mi piace una cosa.”

Fernando: “Tipo?”

Francesca: “Mi piace che non mi hai chiesto il cognome, il lavoro che faccio o altre cose legate alla privacy, mi piace che rispetti questo momento spensierato.”

Fernando: “Se è un momento spensierato per te, pensa a me che ho avuto la fortuna di conoscerti. Lavoro in mezzo a tante persone, donne e uomini, nel tempo ho capito come affrontare i discorsi.”

Francesca: “Tipo?”

Fernando: “Ci credi che durante una cena di lavoro io non parlo mai di lavoro?”

Francesca: “Bravo è una cosa che odio. Ovvio, non è che durante ogni cena di lavoro bisogna finire a letto con questo o quel collega, ma occorre fare squadra, parlare di lavoro senza parlare di lavoro.”

Fernando: “Sei un Paradiso è bellissimo stare qui in compagnia tua.”

Francesca: “Cosa vuol dire che sono il Paradiso?”

Fernando: “Vuol dire che stare vicino a te, mette pace e serenità.”

Francesca: “Vuol dire che se andiamo a ballare e stiamo stretti stretti non ti viene duro?”

Fernando: “Ma guarda che sei una cosa incredibile.”

Francesca: “Dai, andiamo a ballare.”

Fernando: “E’ un lento, non c’è tanto da fare.”

Francesca: “Appunto.”

Arrivati al centro della pista ci mettiamo a ballare, stretti stretti.

Ti conosco da poche ore e già ti direi che se c’è un uomo a cui puoi chiedere tutto ce l’hai già tra le braccia.

Francesca: “Fernando?”

Fernando: “Dimmi mia regina.”

Francesca: “Se io ti mando in Paradiso, ti va di mandarmi all’Inferno?”

Fernando: “Come?”

Francesca: “Toglimi il rossetto.”

Dopo un pò il telefono suona.

Francesca: “Sono le mie amiche, scusami devo andare, la collezione delle farfalle, me la farai vedere un’altra volta.”

Fernando: “Ok, va bene, a domani allora.”

Francesca: “Anzi, aspetta, guarda, questo è il rossetto che ti piace tanto. Domani vai a prenderlo, io sono impegnata con le mie amiche alle terme.”

Fernando: “Il rossetto?”

Francesca: “Certo non hai detto che ti piace? Non vuoi che lo metta? Lo sto finendo e di sicuro tu hai voglia di togliermelo, contribuisci alla spesa.”

Io mi metto a ridere a crepapelle, ma resto lì con il rossetto in mano mentre tu frettolosamente te ne vai verso gli ascensori.

Incredibile.

Mi dirigo verso l’ascensore anche io e poi verso la mia stanza.

Davanti a me passano tante donne, più o meno vestite, che potrebbero attirare la mia attenzione, ma non come te.

Tu hai preso possesso del mio cuore ed ora questo rossetto, può essere la chiave per il tuo di cuore.


VENNE IL GIORNO 4° CAPITOLO

 Scritto interamente da Zorzella Fernando

Presentato a puntate qui su face book.

Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.

DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO

TESTO:

4° PUNTATA 

Una volta accomodati, Nicola, entrò nella stanza e si presentò.

Nicola: “Vi do il mio saluto e vi ringrazio per tutto quello che fate per noi, avendo installato il software nel vostro pc, creato dai miei due colleghi per potenziare e velocizzare i computer del centro. Sono il direttore di questo centro, ma come vedete la nostra età non si discosta molto l’uno dall’altro. Siamo in 4, io come ho detto mi chiamo Nicola e qui alla mia destra trovate in ordine Paola, Tiziana e Mirko. Mi hanno detto che pensate che noi siamo stati contattati da allieni. Cosa vi fa pensare che sia vero?”

Siriana: “Il fatto che lei ed il suo staff non abbiate neanche provato a smentirlo ed avete reagito come se fosse tutto vero, ma cercate di nasconderlo.”

Nicola: “Come fate a pensare questo? Qual è la vostra prova?”

Siriana: “Come ho detto ad un certo punto i nostri pc, si sono comportati come se fossero comandati da qualcuno dall’esterno, sono comparsi strani segni e strani messaggi, come se loro scrivessero a voi e voi a loro.”

Nicola deglutì visibilmente.

Nicola: “A voi cosa potrebbe interessare una cosa del genere, cosa vi verrebbe in tasca sapere la verità su una cosa del genere?”

Siriana: “Noi siamo un gruppo che ci interessa questo tema, vi seguiamo e ci interessa sapere se è vero o no, perché vogliamo sapere la verità.”

Nicola: “Ma la verità potrebbe anche spaventare e mettere tutti in allarme.” 

Siriana: “La verità potrebbe servire per preparare la gente nel modo giusto.”

Nicola: “Noi abbiamo intercettato un segnale, è vero, che ha tutte le caratteristiche per essere ritenuto alieno, un segnale che conteneva dei messaggi chiari, ma non sappiamo e non abbiamo la certezza di chi abbia spedito quel segnale e se il messaggio fosse per noi. Siamo d’accordo che ci troveremo in un punto ben definito del deserto libico tra qualche giorno e qualcuno più importante di noi sta preparando il nostro viaggio. Non sappiamo chi veramente troveremo li ad aspettarci.”

Siriana: “Come vi comportate in questo caso?”

Nicola: “Noi abbiamo passato tutti i dati ai nostri superiori, che hanno a loro volta girato tutto alle organizzazioni internazionali, che hanno smentito tutto e negato l’evidenza, quindi sospettiamo di essere gli unici che ancora cercano di capire se realmente quei messaggi erano veri o no!” 

Siriana: “La notizia può essere pubblica?”

Nicola: “Assolutamente no! Qui noi facciamo ricerca e finchè non ci sono dati certi niente si può rendere pubblico.”

Siriana: “Possiamo rimanere qui al centro fino a che non capite se il segnale era vero o no?” 

Nicola: “Se non recate problemi si, se li recate, dovrete andarvene subito e comunque non soggiornerete qui dentro al centro ma in alberghi fuori e al massimo ci terremo in contatto.” 

Siriana: “Per noi va bene!”

Nicola: “Anche per noi va bene così!”

Dopo di che vennero portati a fare un giro guidato all’interno del centro con spuntino finale. Qualche giorno dopo, circa a metà mattina, arrivò senza preavviso il Dott. Gambini a bordo di un elicottero.

Dopo i saluti di rito Nicola ed i suoi colleghi accompagnarono il loro capo nell’ufficio di Nicola per discutere ed aggiornarsi.

Nicola: “Prima che cominci lei Dottore, vorrei aggiornarla di quanto è accaduto qui al centro.” 

Dott. Gambini: “Dimmi pure, ci sono novità? Sono arrivati altri messaggi?”

Nicola: “No! A dire il vero sono arrivate delle persone da Verona che fanno parte di un club che utilizza il nostro programma per il potenziamento dei pc e hanno scoperto quello che è successo.”

Dott. Gambini: “Come è possibile? Non sapevo che il programma permettesse agli altri di leggere i nostri dati, ma solo di usare la capacità del pc in cui era installato.”

Nicola: “No! Infatti, deve esserci stato un problema nel momento in cui gli alieni si sono interfacciati con noi.”

Dott. Gambini: “Non capisco come possa essere successo.”

Mirko: “Molto probabilmente, nel momento in cui si sono interfacciati con noi, gli alieni hanno forzato delle chiavi di sicurezza che hanno permesso anche da casa di leggere ciò che ci scrivevamo.”

Nicola: “Questi ragazzi hanno detto che i loro pc in quei momenti sembravano essere guidati da altri.”

Dott. Gambini: “Quante sono le persone che hanno scaricato il programma?” 

Mirko: “Migliaia.”

Nicola: “Non è un problema comunque quante persone possano aver letto il messaggio, perché se il pc si è bloccato è più probabile che la stragrande percentuale delle persone lo abbiamo disinstallato pensando che fosse un virus che crea problemi, ma questi ragazzi ora sono qua e vogliono delle risposte.”

Dott. Gambini: “Dite che vi siete sbagliati e basta.” 

Nicola: “Non è giusto, perché non è vero.”

Dott. Gambini: “Queste cose dovrebbero essere segrete.”

Nicola: “Segrete anche se mettessero in repentaglio la vita della gente e del genere umano?” 

Dott. Gambini: “Cosa ti aspetti, che se a quel appuntamento ci fosse una qualche entità alliena, andrai da Barbara D’Urso a dirlo ai quattro venti?”

Nicola: “Siamo da soli capo o no? Non ci sta credendo nessuno! Dobbiamo questa carta giocarcela bene, quella gente è pronta a negare anche l’evidenza, pur di tenere il mondo nelle proprie mani”

Dott. Gambini: “Hai qualcosa in mente se mi parli così?”

Nicola: “So solo che i miei pc non hanno mai sbagliato e so che nessun segnale terrestre può arrivare su marte, invertire la rotta come se facesse un’inversione a U essere captato dalle sonde su marte e sembra che provenga da Sirio, o mi sbaglio.”

Dott. Gambini: “No! Non ti sbagli!””

Nicola: “Oppure c’è la possibilità che qualcuno si diverta a giocare con i robottini che ci sono su Marte come se fossero delle macchinine della Lego?”

Dott. Gambini: “Non è impossibile.”

Nicola: “Allora, mi dispiace, ma non dubito che qualcosa a quel appuntamento  troveremo.” 

Dott. Gambini: “Io ho fatto dei passi avanti.”

Nicola: “Di che tipo?”

Dott. Gambini: “Ho parlato con un amico dell’Alenia che mi doveva un piacere.” 

Nicola: “Cosa farà?”

Dott. Gambini: “Ci fornirà un elicottero con tecnologia Sthelt e con pilota che vi condurrà sul luogo dell’appuntamento e vi porterà a casa.”

Tiziana: “Che cosa è questa tecnologia?

Paola: “E’ una tecnologia che rende il veicolo che la addotta praticamente invisibile ai radar.”

Dott. Gambini: “Ai radar appunto e non agli occhi umani, quindi la missione è comunque rischiosa e pericolosa.”

Mirko: “Ma la faremo lo stesso perché è il nostro lavoro.” 

Nicola: “Sicuro che la faremo lo stesso.”

Dott. Gambini: “Ok, preparatevi, allora, zero bagagli e abbigliamento leggero, al giorno della partenza vi verranno a prendere.”

Nicola: “Noi saremo pronti.”

Finita la riunione si salutarono e poi tutto riprese normalmente.


RIVOLUZIONE 4° CAPITOLO

 Scritto interamente da Zorzella Fernando

Presentato a puntate qui su face book.

Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.

DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO

TESTO:

4° PUNTATA 

A Genesi, Elena e Luisa si trovavano nella stessa tenda a spettegolare del più e del meno.

Luisa: “Ho trovato l’uomo della mia vita, però devo cercare di conoscere di più su di lui.”

Elena: “Tipo?”

Luisa: “Tipo il nome, tipo tutto sono rimasta folgorata.”

Elena: “A me è successo di farlo con uno ……”

Luisa: “Ma dai, chi è? Dove? Quando?”

Elena: “Non te lo dico, è inutile parlarne, mi è piaciuto, ma non mi sento ancora pronta per qualche storia seria.”

Luisa: “Il mondo deve andare avanti anche su questo.”  

Elena: “Lo so hai ragione, ma è iniziata subito con il sesso e non so se è una buona cosa.”

Luisa: “Bè se a me succede con chi mi piace ora, con quel bel fustone, mi sentierei molto contenta.”

Elena: “Cambiando discorso un attimo, ma Roberta non si vede da un po’, ma dove è finita?”

Luisa: “Non ciò fatto caso, domani la cerco per fare quattro chiacchiere, è da un po’ che non le parlo assieme. ………. Dell’intruso che mi dici di bello?”

Elena : “Fin che non si sa qualcosa di certo sugli Orsi Neri, è meglio che venga tenuto in gabbia, ha assalito Jenny, e poteva andare a finire veramente male.”

Luisa: “Giusto, però se non erro qui nei d’intorno non si è mai visto nessuno, no?”

Elena: “Speriamo che non venga nessuno a cercarlo.” 

Il giorno seguente fu giornata di riunioni impegnative, c’erano da valutare tutti i progetti già avviati ed in corso d’opera. Soprattutto c’era da preparare la missione per liberare Erik ed gli altri.

Venne deciso di allestire un ospedale da campo visto che c’erano medici ed infermieri a sufficienza. Questo serviva per avere un luogo dove praticare le cure immediate ai feriti del possibile scontro con il Wikingo e dare una maggiore assistenza alla comunità. Tutti lavorarono, anche i ragazzi un po’ più grandi.

Luisa cercò Roberta da per tutto, ma non la trovò così decise di andare dal consiglio a comunicare la scomparsa.

La cosa fu presa in considerazione e fu attivata una squadra per cercarla.

Camminando su e giù per il campo Luisa, rivide William e lo invitò a bere qualcosa assieme. William accettò, gli serviva rilassarsi e diciamolo, Luisa non era niente male, ed era difficile che passasse inosservata una bella ragazza per cui provavi interesse; aveva comunque un posto nel cuore per Elena.

Al bar bevettero due birre, lei ci teneva passare per una ragazza alla buona e alla mano, passarono più di qualche minuto assieme, chiacchierando disinvolti del più e del meno. Lui poi si ricordò che aveva un compito da svolgere e come solo un cavaliere sapeva fare si congedò da lei.

Mentre lui si dirigeva verso la sua tenda, Luisa lo seguì, perché aveva tutta l’intenzione di scoprire dove dormiva.

Alla tenda del Consiglio arrivò la squadra che era uscita alla ricerca di Roberta, che però sembrava essersi dissolta senza lasciare traccia.

Jenny disse allora: “Domani ordinerò a William di uscire con il contingente e di cercare meglio le tracce, è impossibile che sia sparita ed è impossibile che non abbia lasciato tracce. Ordino a tutti il silenzio, nessuno deve sapere che una dei nostri è sparita e non si deve parlare di rapimento. ……… Anzi dobbiamo far parlare l’intruso. Non mi convince la storia che ha raccontato lui. Mettetelo a digiuno completo, ci deve dire vita morte e miracoli sugli Orsi Neri.”

Si fece sera ed il sole offriva dei splendidi tramonti. Quel sole che tanto appariva magico e bello come aveva potuto danneggiare così tanto la terra?. 

William rientrò in tenda e stupefatto trovò Luisa completamente nuda sul suo letto, coperta da un lenzuolo e in posizione da musa, girata su un fianco, mentre con un braccio si sorreggeva il dorso, con l’altro si accarezzava i capelli.

William le disse: “Ti ringrazio per l’offerta che mi fai, penso che ti stia costando molto, dimostri una forza e una energia immane. Io però per ora non mi sento libero. Ho ricevuto un altro ordine dal Sindaco ed è molto delicato, vorrei pensare un attimo da solo.”

Lei uscì dal letto e tentando con tutte le sue armi lo abbracciò e lo baciò rimanendo in silenzio.

William : “Quello che stai facendo per me, merita rispetto, tempo e l’interesse giusto. Sono disponibile a dedicarmi a te ma non ora.”

Lei si rivestì e uscì.

William era stato un cavaliere e lei si sentiva una zoccole, ma aveva colpito nel segno quell’uomo.

Tutto si era messo a  tacere anche nel campo degli Orsi Neri, poche erano le luci accese per non dare nell’occhio.

Roberta guardava fuori dalla sua gabbia e cominciò a pregare la Madonna, implorandola di salvarla. Pregava intensamente, anche se non era proprio credente, ma in quel momento anche poco le sarebbe bastato per stare meglio.

Ad un tratto, ad un centinaio di metri dal campo. In mezzo al bosco si accesero tanti fuochi, tanti, tantissimi fuochi, incalcolabili.

Come una nube, meglio come un’onda di fuoco si alzarono in volo.

Erano frecce incendiarie ed esplosive, tante tantissime frecce, cominciarono a piovere nel villaggio, bruciando esplodendo e distruggendo ciò che incontravano.

Gli Orsi Neri, si misero in allarme e si mobilitarono sparando all’impazzata, ma era impossibile fermare quell’onda di fuoco.

Una squadra di Orsi neri vennero per portare via le donne.

Roberta gridava dallo spavento e cercando aiuto per scappare.

Dal buio partirono degli spari d’arma da fuoco che sterminarono tutti gli Orsi Neri presenti in quella zona, che riuscirono anche loro a centrare qualcuno, ma nel buio non riuscivano a capire chi fossero e dove fossero.

Piano piano gli Orsi Neri, indietreggiarono e scapparono lasciando libero il villaggio.

Roberta vide e non credete, erano vestiti da Ninja e si muovevano con una velocità inaudita. Entrarono nel campo rompendo la recinzione, bruciarono tutto come se volessero purificare tutto, erano tanti tantissimi.

Roberta cadde a terra, svenne, l’ultima cosa che sentì era una voce di donna che l’ha rassicurava e come ultimo sospiro prima di svenire ringraziò la Madonna.

Qualche ora dopo, immersa nel torpore, risvegliandosi senti profumi di fiori freschi, Roberta aprì gli occhi e si trovò distesa su di un morbido letto, con una flebo messa sul braccio e cercando di capire dov’era una voce le disse: “Buongiorno benvenuta a Prima Donna, stai tranquilla qui sei al sicuro. Stanotte ti abbiamo fatto tutti gli esami e ti abbiamo visitata, stai bene hai solo un po’ di febbre. Ti stiamo facendo un po’ di ricostituente in flebo. ……… Come ti chiami?”

“Mi sento scombussolata, mi chiamo Roberta, dove sono?” disse Roberta.

“Sei a Prima Donna, una comunità di solo donne e bambini, siamo donne soldato, ti abbiamo liberato come tante altre.” Disse la voce.

“Io sono di Genesi, vicino a Verona, qui dove siamo?”

“Siamo nella provincia di Ferrara e spero che tu ti troverai bene, quando ti sarai ripresa ti dirò tutto ciò che vuoi e se vorrai potrai tornare a casa tua.” : Disse la donna e poi si allontanò.

Nel frattempo proseguivano le ricerche di Roberta da parte del contingente di William, che arrivato ad un casolare ordinò a 5 dei suoi di entrare e valutare la situazione.

Dopo un po’ senti un urlo: “Comandante, comandante, venga, venga!”

Entrarono in molti di corsa e si trovarono davanti all’uomo ucciso vestito come l’Orso Nero che si teneva incarcerato alla comunità, era l’uomo che aveva cercato di violentare Roberta e ai vestiti di Roberta strappati per terra.

William esclamò: “Ma no no no, povera ragazza cosa le hanno fatto?”

Un soldato esclamò: “Se la sono giocata e c’è perfino scappato il morto e poi l’hanno violentata.”

William: “Cercate nei dintorni, valutate tutto, tutto, ogni pezzettino di erba. Tutto ho detto.”

Cercando un soldato trovò un cumulo di terra, simile ad una tomba, chiamati glia ltri scavarono velocemente assieme, ma alla fine trovarono solamente un cavallo sepolto.

William esclamò arrabbiato: “Ora basta mi sono stancato, mi sono veramente rotto i coglioni, torniamo alla base e prendiamo quel pezzente Orso Nero e lo faremo parlare con le buone o le cattive, non m’importa basta, ora si fa come dico io. Società civile si, ma quel pezzente deve parlare.”

Così fu rientrarono percorrendo la strada del ritorno a velocità vertiginosa e lasciando dietro di loro una vera nebbia di sabbia.

 


lunedì 20 gennaio 2025

SORPRESA A BARCELLONA 3° CAPITOLO

 Scritto interamente da Zorzella Fernando

Presentato a puntate qui su face book.

Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.

Il romanzo è dedicato a Mia Moglie Francesca.

DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO

TESTO:

3° CAPITOLO

Il sole sorge in questa bellissima Barcellona, scendo al piano terra e vado a fare colazione.

Ho tutta l’intenzione di farmi un bel giro e dedicarlo a me stesso, invece?

Da sola, con un vestitino molto attillato che mette in risalto tutte le tue bellissime forme esci frettolosamente dall’albergo anche tu.

Ok, dove andrai? Cosa farai?

Ho deciso di seguirti, così per avere sempre davanti agli occhi il più bel disegno di Dio fatto in terra.

Cavoli, ma chi sei, che lavoro fai? 

Quanti anni hai?

Vorrei già stringerti tra le braccia.

Per fortuna rallenti, non che io sia un pelandrone, ma per essere in ferie avevi lo stesso passo di un Alpino che deve assaltare un fortino Austriaco.

Ora hai il passo giusto da passeggio.

Io cerco di non farmi notare, ma cazzo, prima o poi dovrò attaccare bottone, se sei qui che giri da sola, vuol dire che forse poco ti importa delle altre due che ti sei portata dietro.

Entri in un Caffè.

Bene dai un pit stop è quello che serve.

Potrei già avvicinarmi usando una frase fatta, ma tu meriti il meglio del meglio.

Attendo che ti scansi dal bancone del bar e furtivamente bevo anche io un caffè ad una velocità tale che il caffè si porta dietro parte della mucosa della gola da gran che è caldo, ma così pago il mio caffè ed il tuo.

Poi sparisco.

Quando arrivi al banco, per pagare, trovi la sorpresa, che ovviamente apprezzi.

Le tue forme pagano, però poi prosegui la tua strada controllando se c’è qualcuno intorno che ti guarda, ma questo nuovissimo furgone di Amazon mi fornisce il nascondiglio giusto.

Prosegue il giretto.

Entri in una miriade di negozi e guardi ogni singolo capo, ovviamente della millenaria storia di Barcellona non te ne frega una sega, lo si capisce benissimo.

Almeno io provo a guardarli un pò i balconi di Gaudì e capire lo stile, a te non interessano.

O ci vieni spesso a Barcellona, e ormai consideri i balconi di Gaudi, dei semplici balconi a cui appendere le lenzuola per asciugarle o non te ne frega proprio niente.

Va bene sei gnocca e va bene così.

Io faccio un giro veramente culturale, non è il caso che provare a pagarti qualcosa nei negozi, c’è il rischio che tu ti prenda delle mutande ed io faccio la figura del pervertito.

Prima di pranzo ritorno in Albergo.

Tu entri mentre io ho appena finito di sorseggiare un aperitivo, fai due chiacchiere alla reception poi ti lanci all’ascensore.

Io mi faccio forza, ti raggiungo e ti chiedo a che piano vai, così da premere il pulsante per te.

Fernando: “Ha bisogno di aiuto signora, con le borse?”

Francesca: “No, grazie, sono voluminose, ma c’è poca cosa. Acquisti che servono per rilassare la mente.”

L’ascensore arriva al tuo piano, che è prima del mio.

Fernando: “Mi scusi Francesca, le ho rubato la privacy prima alla reception, volevo dirle solo, poi la lascio libera, che sono geloso di tutte le persone che possono godere del suo sguardo, di tutte le persone a cui avrà stretto la mano o presterà attenzione. Spero che passi un buon periodo di ferie.”

Francesca: “Non è un bel periodo per gli uomini gelosi in Italia o all’Estero, non pensa? Vengono considerati pericolosi, e sono sotto l’occhio del mirino. Una donna potrebbe spaventarsi.”

Fernando: “Io non sono un pericolo per lei, volevo solo dirle che sono molto felice di averla notata. Mi basta solo quello.”

Francesca: “Certe volte mio marito non la pensa come lei, dovrei darle il suo numero di cellulare per farglielo dire di persona.”

Fernando: “Non penso sia il caso.”

Francesca: “Guardi, se posso stare serena del fatto che lei non è un problema, sono contenta di sentirmelo dire.”

Fernando: “La lascio sola, non ho bisogno di niente.”

Francesca: “Peccato.”

Fernando: “Perchè peccato?”

Francesca: “Non è un disturbo fare quattro chiacchiere e come le ho detto, non è un problema ricevere complimenti.”

Fernando: “Come le ho detto, penso che le persone che hanno a che fare con lei sono fortunate.”

Francesca: “Ok, vediamo allora se ci incontriamo di nuovo in albergo.”

Fernando: “Ho visto che è in compagnia, non vorrei disturbarla.”

Francesca: “Sono in compagnia di due amiche, ma abbiamo deciso di affrontare il momento in maniera molto libera.”

Ti lascio andare e le tue parole risuonano come un bombardamento a tappeto sul mio cuore.

Ok, per ora va bene così.

Passa la giornata e la cena.