Presentato a puntate qui su face book.
Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.
DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO
TESTO:
4° PUNTATA
A Genesi, Elena e Luisa si trovavano nella stessa tenda a spettegolare del più e del meno.
Luisa: “Ho trovato l’uomo della mia vita, però devo cercare di conoscere di più su di lui.”
Elena: “Tipo?”
Luisa: “Tipo il nome, tipo tutto sono rimasta folgorata.”
Elena: “A me è successo di farlo con uno ……”
Luisa: “Ma dai, chi è? Dove? Quando?”
Elena: “Non te lo dico, è inutile parlarne, mi è piaciuto, ma non mi sento ancora pronta per qualche storia seria.”
Luisa: “Il mondo deve andare avanti anche su questo.”
Elena: “Lo so hai ragione, ma è iniziata subito con il sesso e non so se è una buona cosa.”
Luisa: “Bè se a me succede con chi mi piace ora, con quel bel fustone, mi sentierei molto contenta.”
Elena: “Cambiando discorso un attimo, ma Roberta non si vede da un po’, ma dove è finita?”
Luisa: “Non ciò fatto caso, domani la cerco per fare quattro chiacchiere, è da un po’ che non le parlo assieme. ………. Dell’intruso che mi dici di bello?”
Elena : “Fin che non si sa qualcosa di certo sugli Orsi Neri, è meglio che venga tenuto in gabbia, ha assalito Jenny, e poteva andare a finire veramente male.”
Luisa: “Giusto, però se non erro qui nei d’intorno non si è mai visto nessuno, no?”
Elena: “Speriamo che non venga nessuno a cercarlo.”
Il giorno seguente fu giornata di riunioni impegnative, c’erano da valutare tutti i progetti già avviati ed in corso d’opera. Soprattutto c’era da preparare la missione per liberare Erik ed gli altri.
Venne deciso di allestire un ospedale da campo visto che c’erano medici ed infermieri a sufficienza. Questo serviva per avere un luogo dove praticare le cure immediate ai feriti del possibile scontro con il Wikingo e dare una maggiore assistenza alla comunità. Tutti lavorarono, anche i ragazzi un po’ più grandi.
Luisa cercò Roberta da per tutto, ma non la trovò così decise di andare dal consiglio a comunicare la scomparsa.
La cosa fu presa in considerazione e fu attivata una squadra per cercarla.
Camminando su e giù per il campo Luisa, rivide William e lo invitò a bere qualcosa assieme. William accettò, gli serviva rilassarsi e diciamolo, Luisa non era niente male, ed era difficile che passasse inosservata una bella ragazza per cui provavi interesse; aveva comunque un posto nel cuore per Elena.
Al bar bevettero due birre, lei ci teneva passare per una ragazza alla buona e alla mano, passarono più di qualche minuto assieme, chiacchierando disinvolti del più e del meno. Lui poi si ricordò che aveva un compito da svolgere e come solo un cavaliere sapeva fare si congedò da lei.
Mentre lui si dirigeva verso la sua tenda, Luisa lo seguì, perché aveva tutta l’intenzione di scoprire dove dormiva.
Alla tenda del Consiglio arrivò la squadra che era uscita alla ricerca di Roberta, che però sembrava essersi dissolta senza lasciare traccia.
Jenny disse allora: “Domani ordinerò a William di uscire con il contingente e di cercare meglio le tracce, è impossibile che sia sparita ed è impossibile che non abbia lasciato tracce. Ordino a tutti il silenzio, nessuno deve sapere che una dei nostri è sparita e non si deve parlare di rapimento. ……… Anzi dobbiamo far parlare l’intruso. Non mi convince la storia che ha raccontato lui. Mettetelo a digiuno completo, ci deve dire vita morte e miracoli sugli Orsi Neri.”
Si fece sera ed il sole offriva dei splendidi tramonti. Quel sole che tanto appariva magico e bello come aveva potuto danneggiare così tanto la terra?.
William rientrò in tenda e stupefatto trovò Luisa completamente nuda sul suo letto, coperta da un lenzuolo e in posizione da musa, girata su un fianco, mentre con un braccio si sorreggeva il dorso, con l’altro si accarezzava i capelli.
William le disse: “Ti ringrazio per l’offerta che mi fai, penso che ti stia costando molto, dimostri una forza e una energia immane. Io però per ora non mi sento libero. Ho ricevuto un altro ordine dal Sindaco ed è molto delicato, vorrei pensare un attimo da solo.”
Lei uscì dal letto e tentando con tutte le sue armi lo abbracciò e lo baciò rimanendo in silenzio.
William : “Quello che stai facendo per me, merita rispetto, tempo e l’interesse giusto. Sono disponibile a dedicarmi a te ma non ora.”
Lei si rivestì e uscì.
William era stato un cavaliere e lei si sentiva una zoccole, ma aveva colpito nel segno quell’uomo.
Tutto si era messo a tacere anche nel campo degli Orsi Neri, poche erano le luci accese per non dare nell’occhio.
Roberta guardava fuori dalla sua gabbia e cominciò a pregare la Madonna, implorandola di salvarla. Pregava intensamente, anche se non era proprio credente, ma in quel momento anche poco le sarebbe bastato per stare meglio.
Ad un tratto, ad un centinaio di metri dal campo. In mezzo al bosco si accesero tanti fuochi, tanti, tantissimi fuochi, incalcolabili.
Come una nube, meglio come un’onda di fuoco si alzarono in volo.
Erano frecce incendiarie ed esplosive, tante tantissime frecce, cominciarono a piovere nel villaggio, bruciando esplodendo e distruggendo ciò che incontravano.
Gli Orsi Neri, si misero in allarme e si mobilitarono sparando all’impazzata, ma era impossibile fermare quell’onda di fuoco.
Una squadra di Orsi neri vennero per portare via le donne.
Roberta gridava dallo spavento e cercando aiuto per scappare.
Dal buio partirono degli spari d’arma da fuoco che sterminarono tutti gli Orsi Neri presenti in quella zona, che riuscirono anche loro a centrare qualcuno, ma nel buio non riuscivano a capire chi fossero e dove fossero.
Piano piano gli Orsi Neri, indietreggiarono e scapparono lasciando libero il villaggio.
Roberta vide e non credete, erano vestiti da Ninja e si muovevano con una velocità inaudita. Entrarono nel campo rompendo la recinzione, bruciarono tutto come se volessero purificare tutto, erano tanti tantissimi.
Roberta cadde a terra, svenne, l’ultima cosa che sentì era una voce di donna che l’ha rassicurava e come ultimo sospiro prima di svenire ringraziò la Madonna.
Qualche ora dopo, immersa nel torpore, risvegliandosi senti profumi di fiori freschi, Roberta aprì gli occhi e si trovò distesa su di un morbido letto, con una flebo messa sul braccio e cercando di capire dov’era una voce le disse: “Buongiorno benvenuta a Prima Donna, stai tranquilla qui sei al sicuro. Stanotte ti abbiamo fatto tutti gli esami e ti abbiamo visitata, stai bene hai solo un po’ di febbre. Ti stiamo facendo un po’ di ricostituente in flebo. ……… Come ti chiami?”
“Mi sento scombussolata, mi chiamo Roberta, dove sono?” disse Roberta.
“Sei a Prima Donna, una comunità di solo donne e bambini, siamo donne soldato, ti abbiamo liberato come tante altre.” Disse la voce.
“Io sono di Genesi, vicino a Verona, qui dove siamo?”
“Siamo nella provincia di Ferrara e spero che tu ti troverai bene, quando ti sarai ripresa ti dirò tutto ciò che vuoi e se vorrai potrai tornare a casa tua.” : Disse la donna e poi si allontanò.
Nel frattempo proseguivano le ricerche di Roberta da parte del contingente di William, che arrivato ad un casolare ordinò a 5 dei suoi di entrare e valutare la situazione.
Dopo un po’ senti un urlo: “Comandante, comandante, venga, venga!”
Entrarono in molti di corsa e si trovarono davanti all’uomo ucciso vestito come l’Orso Nero che si teneva incarcerato alla comunità, era l’uomo che aveva cercato di violentare Roberta e ai vestiti di Roberta strappati per terra.
William esclamò: “Ma no no no, povera ragazza cosa le hanno fatto?”
Un soldato esclamò: “Se la sono giocata e c’è perfino scappato il morto e poi l’hanno violentata.”
William: “Cercate nei dintorni, valutate tutto, tutto, ogni pezzettino di erba. Tutto ho detto.”
Cercando un soldato trovò un cumulo di terra, simile ad una tomba, chiamati glia ltri scavarono velocemente assieme, ma alla fine trovarono solamente un cavallo sepolto.
William esclamò arrabbiato: “Ora basta mi sono stancato, mi sono veramente rotto i coglioni, torniamo alla base e prendiamo quel pezzente Orso Nero e lo faremo parlare con le buone o le cattive, non m’importa basta, ora si fa come dico io. Società civile si, ma quel pezzente deve parlare.”
Così fu rientrarono percorrendo la strada del ritorno a velocità vertiginosa e lasciando dietro di loro una vera nebbia di sabbia.