lunedì 20 gennaio 2025

SORPRESA A BARCELLONA 3° CAPITOLO

 Scritto interamente da Zorzella Fernando

Presentato a puntate qui su face book.

Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.

Il romanzo è dedicato a Mia Moglie Francesca.

DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO

TESTO:

3° CAPITOLO

Il sole sorge in questa bellissima Barcellona, scendo al piano terra e vado a fare colazione.

Ho tutta l’intenzione di farmi un bel giro e dedicarlo a me stesso, invece?

Da sola, con un vestitino molto attillato che mette in risalto tutte le tue bellissime forme esci frettolosamente dall’albergo anche tu.

Ok, dove andrai? Cosa farai?

Ho deciso di seguirti, così per avere sempre davanti agli occhi il più bel disegno di Dio fatto in terra.

Cavoli, ma chi sei, che lavoro fai? 

Quanti anni hai?

Vorrei già stringerti tra le braccia.

Per fortuna rallenti, non che io sia un pelandrone, ma per essere in ferie avevi lo stesso passo di un Alpino che deve assaltare un fortino Austriaco.

Ora hai il passo giusto da passeggio.

Io cerco di non farmi notare, ma cazzo, prima o poi dovrò attaccare bottone, se sei qui che giri da sola, vuol dire che forse poco ti importa delle altre due che ti sei portata dietro.

Entri in un Caffè.

Bene dai un pit stop è quello che serve.

Potrei già avvicinarmi usando una frase fatta, ma tu meriti il meglio del meglio.

Attendo che ti scansi dal bancone del bar e furtivamente bevo anche io un caffè ad una velocità tale che il caffè si porta dietro parte della mucosa della gola da gran che è caldo, ma così pago il mio caffè ed il tuo.

Poi sparisco.

Quando arrivi al banco, per pagare, trovi la sorpresa, che ovviamente apprezzi.

Le tue forme pagano, però poi prosegui la tua strada controllando se c’è qualcuno intorno che ti guarda, ma questo nuovissimo furgone di Amazon mi fornisce il nascondiglio giusto.

Prosegue il giretto.

Entri in una miriade di negozi e guardi ogni singolo capo, ovviamente della millenaria storia di Barcellona non te ne frega una sega, lo si capisce benissimo.

Almeno io provo a guardarli un pò i balconi di Gaudì e capire lo stile, a te non interessano.

O ci vieni spesso a Barcellona, e ormai consideri i balconi di Gaudi, dei semplici balconi a cui appendere le lenzuola per asciugarle o non te ne frega proprio niente.

Va bene sei gnocca e va bene così.

Io faccio un giro veramente culturale, non è il caso che provare a pagarti qualcosa nei negozi, c’è il rischio che tu ti prenda delle mutande ed io faccio la figura del pervertito.

Prima di pranzo ritorno in Albergo.

Tu entri mentre io ho appena finito di sorseggiare un aperitivo, fai due chiacchiere alla reception poi ti lanci all’ascensore.

Io mi faccio forza, ti raggiungo e ti chiedo a che piano vai, così da premere il pulsante per te.

Fernando: “Ha bisogno di aiuto signora, con le borse?”

Francesca: “No, grazie, sono voluminose, ma c’è poca cosa. Acquisti che servono per rilassare la mente.”

L’ascensore arriva al tuo piano, che è prima del mio.

Fernando: “Mi scusi Francesca, le ho rubato la privacy prima alla reception, volevo dirle solo, poi la lascio libera, che sono geloso di tutte le persone che possono godere del suo sguardo, di tutte le persone a cui avrà stretto la mano o presterà attenzione. Spero che passi un buon periodo di ferie.”

Francesca: “Non è un bel periodo per gli uomini gelosi in Italia o all’Estero, non pensa? Vengono considerati pericolosi, e sono sotto l’occhio del mirino. Una donna potrebbe spaventarsi.”

Fernando: “Io non sono un pericolo per lei, volevo solo dirle che sono molto felice di averla notata. Mi basta solo quello.”

Francesca: “Certe volte mio marito non la pensa come lei, dovrei darle il suo numero di cellulare per farglielo dire di persona.”

Fernando: “Non penso sia il caso.”

Francesca: “Guardi, se posso stare serena del fatto che lei non è un problema, sono contenta di sentirmelo dire.”

Fernando: “La lascio sola, non ho bisogno di niente.”

Francesca: “Peccato.”

Fernando: “Perchè peccato?”

Francesca: “Non è un disturbo fare quattro chiacchiere e come le ho detto, non è un problema ricevere complimenti.”

Fernando: “Come le ho detto, penso che le persone che hanno a che fare con lei sono fortunate.”

Francesca: “Ok, vediamo allora se ci incontriamo di nuovo in albergo.”

Fernando: “Ho visto che è in compagnia, non vorrei disturbarla.”

Francesca: “Sono in compagnia di due amiche, ma abbiamo deciso di affrontare il momento in maniera molto libera.”

Ti lascio andare e le tue parole risuonano come un bombardamento a tappeto sul mio cuore.

Ok, per ora va bene così.

Passa la giornata e la cena.