lunedì 24 febbraio 2025

SORPRESA A BARCELLONA 8° CAPITOLO

 Scritto interamente da Zorzella Fernando

Presentato a puntate qui su face book.

Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.

Il romanzo è dedicato a Mia Moglie Francesca.

DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO

TESTO:

8° CAPITOLO

Conosco persone che passerebbero il tempo a mangiare e a bere, ma noi no, dobbiamo provare ogni sera un ristorante diverso.

Arrivati in albergo saliamo di nuovo in ascensore.

Siamo soli, si chiudono le porte ed io di appoggio al muro e ti bacio.

Cavoli se ti bacio, non uno, ma due, tre baci e ancora e ancora.

Le mie mani salgono su e giù per il tuo corpo, mentre tu me le tieni attorno al collo.

Francesca: “Dai cavoli, sta tranquillo, aspetta, non qui in ascensore.”

Fernando: “Ti vorrei qui, ora, non voglio più aspettare.”

Francesca: “Ti tocca aspettare, se continui, ti do una ginocchiata in mezzo alle gambe.”

Fernando: “Addirittura.”

Francesca: “Provaci.”

L’ascensore si ferma e le porte si aprono, tu mi scansi ed esci per prima, ma quando esci dall’ascensore…………

Francesca: “Ma questo non è il tuo piano, è il mio.”

Fernando: “Certo amore mio.”

Francesca: “Cosa vuoi fare, cosa intendi dire?”

Fernando: “Devi andare in camera tua, c’è tuo marito.”

Francesca: “Mio marito? Ma cosa dici?”

Fernando: “Ti ha mandato un messaggio mentri eri al bagno al ristorante, io ho visto la notifica, non ti ho aperto il cellulare.”

Francesca: “Non mi hai detto niente.”

Fernando: “Ho lasciato che tutto accadesse, quando lo volevi tu, ho lascito che guardassi il cellulare quando volevi tu.”

Francesca: “Cazzo e ora?”

Fernando: “Dirai che non hai guardato il cellulare, ma appena l’hai fatto sei andata da lui. In fondo ci sono molte feste qui in giro le scuse le riesci a trovare senza problemi.”

Francesca: “E tu? Cosa fai ora?”

Fernando: “Ascolta, Francesca va da lui che ti merita.”

Francesca: “Mi merita chi voglio io.”

Fernando: “Io ti merito?”

Francesca: “Fernando, cosa farai ora?”

Fernando: “Francesca, va da lui, a me ci penso io.”

Le porte si chiudono ed io scoppio a piangere, perchè mi sento morire.

Me ne vado a letto subito, la serata sarebbe ancora giovane, ma non ho voglia di bere o esagerare.

Quando ho letto la notifica sul tuo cellulare, senza sbloccarlo, mi sentivo più forte.

Avevo capito che la serata sarebbe finita arrivati in albergo, ma non pensavo mi sarei sentito così.

Arrivato a Barcellona per visitarla e scoprire anche segreti nascosti, sono stato rapito da una vera dea.

Il tuo modo di fare, il tuo vestire, il tuo atteggiarti tra la gente, mi rimanere senza fiato e ora a letto da solo, a fatica respiro.

Sono stato in grado di gestire i rapporti di coppia che ho avuto, perchè non mi hanno mai rapito così tanto.

Non sono mai stato così preso, così innamorato.

Questo è un vero colpo di fulmine, il problema è che lei è sbagliata.

Anche questa volta è sbagliata, perchè è sposata.

Non può essere solo mia.

Ma la desidero.

Dovevo solo parlarle, ballare, solo guardarla, ed invece ho anche morso il frutto del peccato.

La vicenda di Adamo ed Eva si è ripetuta, ma il problema è che lei è Dio, Eva, Mela e Serpente insieme.

Speriamo che Morfeo mi rapisca velocemente e domani mattina uscirò velocemente per farmi un bel giro turistico.

Ma veramente turistico.

Arriva mattina e la giornata fila via liscia e serena.

A metà pomeriggio io sono seduto al bar a bere delle birre.

Si! Avete capito bene, delle Birre.

Sono alla terza.

Mentre sto posando il bicchiere, con fermezza una mano lo prende e va a versarlo nel vaso di fiori li vicino a me.

Fernando: “Francesca! Cosa fai qua?”

Francesca: “So benissimo come mi chiamo, tu cosa fai qua?”   

Fernando: “Ma non sei con tuo marito?”

Francesca: “Ascolta, se devo trattarti da mamma, come quello che ho a casa, cosa che tra l’altro, non voglio fare, ti lascio qui e me ne vado con quel puledro laggiù.”   

Fernando: “No Francesca non voglio.”

Francesca: “Vedi come mi sono vestita? ……… Ho la minigonna e le calze autoreggenti a rete.”, tirando su un pò la minigonna e appoggiando un piede sulla poltrona, tra le gambe di lui.   

Fernando: “Che fai copri.”

Francesca: “Cosa faccio? Faccio vedere a tutti che sono una stra fica e se non ti togli in 5 minuti la puzza di birra che hai addosso non mi vedi più.”   

Fernando: “No Francesca, non muoverti da qui.”

Francesca: “Mi vuoi stasera? Allora muoviti, prutto impertinente. Sei un rappresentante, non un cavaliere.”   

Fernando: “Ok, resta qui.”

Francesca: “Muoviti dai, che i secondi passano e quel puledro là, si sta scaldando.”   

Io mi alzai ovviamente, e mi avviai verso l’ascensore.

Ovviamente un pò di paura c’era.

Di sicuro, mi attende, altrimenti non si sarebbe comportata così, però in questo momento la sicurezza di ritrovarla lascia lo spazio alla paura.

Potrei essere più forte, potrei farmi vedere più duro e fermo nei miei atteggiamenti, ma con questi metodi, non ho mai avuto storie d’amore così forti e potenti come con Francesca.

Via veloce in appartamento.

Scelta d’abito rapida e veloce e poi via giù per le scale.

Ho fatto la discesa delle scale dal mio piano fino al piano terra talmente veloce, come se ci fosse un terremoto.

Il terremoto forse c’è veramente, nel mio cuore.

Quando arriverò vorrei baciarti lì davanti a tutti dalla felicità, ma forse è meglio che mi trattenga.

Eccomi sono arrivato.

Entro nel salone del bar.

Tu sei li seduta al bancone del bar, su uno sgabello.

Una gamba, la sinistra è appoggiata al poggiapiedi e fa si che a gamba sia ben sorretta, la destra è accavallata sulla sinistra e la minigonna salita un pò lascia intravedere l’elastico dell’autoreggente.

Mi guardi con sguardo fiero, ma mi sorridi maliziosamente.