domenica 23 marzo 2025

SORPRESA A BARCELLONA 12° CAPITOLO

 SORPRESA A BARCELLONA

Scritto interamente da Zorzella Fernando

Presentato a puntate qui su face book.

Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.

Il romanzo è dedicato a Mia Moglie Francesca.

DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO

TESTO:

12° CAPITOLO

Tu vai dalle tue amiche ed io vado a farmi un giro, con la promessa di bere solo bevande analcoliche.

Visto che a dire il vero fuori non ha piovuto, ma c’è nuvolo decido di farmi un giro per Barcellona, con l’idea di comprarmi qualcosa.

Tornato in albergo per ora di cena organizzo una cosa.

Durante la cena, che ogni uno consuma al proprio posto, alla fine della seconda portata, decido di salire sul palco e con l’aiuto del pianista canto dedicandola a te questa canzone di Elton John:

It’s a little bit funny, this feeling inside
I’m not one of those who can easily hide

I don’t have much money, but boy if I did

I’d buy a big house where we both could live

If I was a sculptor, but then again, no

Or a man who makes potions in a traveling show
I know it’s not much, but it’s the best I can do

My gift is my song, and this one’s for you

And you can tell everybody this is your song

It may be quite simple, but now that it’s done

I hope you don’t mind, I hope you don’t mind that I put down in words

How wonderful life is while you’re in the world

I sat on the roof and kicked off the moss

Well, a few of the verses, well, they’ve got me quite cross

But the sun’s been quite kind while I wrote this song
It’s for people like you that keep it turned on

So excuse me forgetting, but these things I do

You see I’ve forgotten if they’re green or they’re blue
Anyway the thing is what I really mean
Yours are the sweetest eyes I’ve ever seen

And you can tell everybody this is your song
It may be quite simple, but now that it’s done

I hope you don’t mind, I hope you don’t mind that I put down in words

How wonderful life is while you’re in the world

I hope you don’t mind, I hope you don’t mind that I put down in words
How wonderful life is while you’re in the world

Poi a seguire ti dedico anche uno dei temi del film di Tom Cruise, ovvero Take my breathe Away.

Take My Breath Away

Watching every motion

In my foolish lover's game

On this endless ocean

Finally lovers know no shame

Turning and returning

To some secret place inside

Watching in slow motion

As you turn around and say

Take my breath away

Take my breath away

Watching I keep waiting

Still anticipating love

Never hesitating

To become the fated ones

Turning and returning

To some secret place to hide

Watching in slow motion

As you turn to me and say

Take my breath away

Take my breath away

Through the hourglass I saw you

In time you slipped away

When the mirror crashed I called you

And turned to hear you say

If only for today

I am unafraid

Take my breath away

Take my breath away

Watching every motion

In this foolish lover's game

Haunted by the notion

Somewhere there's a love in flames

Turning and returning

To some secret place inside

Watching in slow motion

As you turn my way and say

Take my breath away

Take my breath away

Gli applausi riempiono il salone e la gente si alza in piedi.

Una delle tue amiche ti dice: “Te la sogni una cosa così da tuo marito.”

Inizia un ballo lento e vengo a prenderti, tu acconsenti e mi segui in pista.

Francesca: “Hai fatto colpo sulle mie amiche.” 

Fernando: “Per fortuna ho fatto colpo su di te.”

Ci guardiamo intensamente ed io ti dico queste parole.

Fernando: “ …………………

Mi togli il respiro

Guardando ogni movimento

Nel gioco del mio amante insensato

In questo oceano infinito

Finalmente gli innamorati non conoscono la vergogna

Girare e tornare

In qualche posto segreto dentro

Guardare al rallentatore

Mentre ti giri e dici

Mi togli il respiro

Mi togli il respiro

Guardando continuo ad aspettare

Anticipando ancora l'amore

Non esitando mai

Per diventare quelli destinati

Girare e tornare

In qualche posto segreto dove nascondersi

Guardare al rallentatore

Mentre ti rivolgi a me e dici

Mi togli il respiro

Mi togli il respiro

Attraverso la clessidra ti ho visto

Col tempo sei scivolato via

Quando lo specchio si è schiantato ti ho chiamato

E si voltò per sentirti dire

Se solo per oggi

Non ho paura

Mi togli il respiro

Mi togli il respiro

Guardando ogni movimento

Nel gioco di questo amante sciocco

Ossessionato dall'idea

Da qualche parte c'è l'amore nelle fiamme

Girare e tornare

In qualche posto segreto dentro

Guardare al rallentatore

Mentre mi giri e dici

Mi togli il respiro

Mi togli il respiro ……………”

Francesca: “E’ la traduzione in italiano della canzone di Top Gun.” 

Fernando: “Vero.”


VENNE IL GIORNO 12° CAPITOLO

 VENNE IL GIORNO – IL ROMANZO

Scritto interamente da Zorzella Fernando

Presentato a puntate qui su face book.

Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.

DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO

TESTO:

12° PUNTATA

Quella sera, nella stanza c’era una strana flebile luce che filtrava dall’esterno, non si capiva se fosse la luce della luna o di qualche faro ben posizionato.

Tiziana, uscì dal bagno e si appoggiò al muro per riflettere, guardando Mirk a letto mentre leggeva.

Tiziana: “Cosa stai leggendo?”

Mirko: “Un libro su come sopravvivere!” 

Tiziana: “Sopravvivere a cosa?”

Mirko: “Sopravvivere in generale, è un libro sulla sopravvivenza.” 

Tiziana: “Vuoi diventare un rambo?”

Mirko: “Voglio capire se c’è un sistema per poter nascondersi in questo mondo con la donna che ami e vivere in pace in autonomia.”

Tiziana: “Ce ne sono tanti di modi per sopravvivere. Ma per cominciare con quale donna  vorresti convivere nascosto da tutto il resto del mondo?”

Mirko: “Con te! Solo con te, voglio dividere questo mondo.”

Tiziana, rispose energicamente con un bacio, e un altro ancora altro bacio ancora più lungo ed intenso. Mirko si tolse allora la camicia e abbracciò con forza Tiziana che era vestita solo con un baby dool bianco.

Poi glielo fece scendere lungo il corpo lasciandola nuda e la portò a sdraiarsi sul letto.

Con teneri baci assaggiò tutto il corpo di lei, soffermandosi dove più la poteva far eccitare.

Con le mani lei cercava di abbracciarlo, ma lui le prendeva le mani dai polsi e la tratteneva come se volesse trattarla un po’ da schiava.

Lei si lasciò fare perché il momento era dolce ed intenso.

Quando lui fu sopra di lei, con un colpo di reni si girò, era praticamente pronta ad unirsi in un solo corpo, ma lei decise di far felice Mirko con le sue labbra abbassandosi verso l’inguine di lui.

Nello stesso momento, in centro ad Enna, Nicola e Siriana stavano passeggiando e chiacchierando del più e del meno.

Nicola: “Cavoli c’è freddo stasera, sembra di non essere in Sicilia in questo momento.”

Siriana: “Si! E’ vero, io in Sicilia ci sono venuta ancora, non d’inverno, ma mi hanno sempre detto che non si arrivano mai a queste temperature.”

Nicola: “Sembra tutto strano in questo periodo.” Siriana: “Tu hai famiglia Nicola?”

Nicola: “No! Qualche parente di qua e di la per l’Italia, però siccome loro si disturbano poco per me io mi disturbo poco per loro.”

Siriana: “Il centro dove lavori esiste da molto?”

Nicola: “Si! Da prima che noi 4 arrivassimo, però in realtà fa parte di un progetto in cui si è speso sempre meno, è diventato un progetto da non chiudere, ma neanche da mantenere in pompa magna.”

Siriana: “C’è qualcosa che ti rode in questo periodo?”

Nicola: “Si! Tantissimo! Mi verrebbe da scappare e abbandonare tutto.” Siriana: “Perché?”

Nicola: “Perché all’Onu c’è un ufficio preposto a coordinare in maniera civile e militare un qualunque contatto alieno, con tanto di progetti, protocolli. Pensa che hanno già stabilito in che zona del pianeta le astronavi avrebbero dovuto soffermarsi per non creare problemi, e ora che siamo a questo punto negano l’evidenza.”

Siriana: “Non sono d’accordo con i dati?”

Nicola: “Non ci credono proprio, smentiscono tutto. C’è solo Roberto che mi crede. Che ci crede. Ma è possibile?”

Siriana: “Secondo te non ci credono o non ci vogliono credere?” Nicola: “Per me tutti e due.”

Siriana: “Perché? Non potrebbe essere che facciano finta di niente?”

Nicola: “No! Perché se sapessero che sono tra noi a questi livelli non avrebbero permesso in nessun modo che si prendessero la Libia. Un pezzo del mondo.”

Siriana: “Civilmente o militarmente parli?”

Nicola: “Secondo me anche Civilmente, perché di sicuro ci sono terrestri che hanno contatti con loro.”

Siriana: “Cosa dobbiamo fare noi?”

Nicola: “Quello che abbiamo detto, dobbiamo in tutti i modi prendere possesso del governo  di questo paese per lottare in tutti i modi per la libertà del nostro popolo.”

Siriana: “Anche modi non leciti?”

Nicola: “No! Dobbiamo usare tutti i modi leciti.”

Siriana: “Ma a chi possiamo dire dell’esistenza degli extraterrestri?”

Nicola: “A pochissime persone! Quello che mi da fastidio è che per combattere loro noi dobbiamo inventarci una sorta di governo fuori dal governo! Dovremmo lavorare alla luce del sole per proteggere la nostra popolazione da cose che dovremmo tenere nascoste.”

Siriana: “Su cosa dovremmo puntare nel nostro programma elettorale?”

Nicola: “Punteremo su lavoro, reddito, povertà, ecc.cose che piacciono alla gente.” Siriana: “Mi sento sicura nel sapere tutto e nel starti vicino.”

Nicola: “Io sono contento che abbiate deciso di scendere per venirci ad aiutare” Siriana: “Dai beviamo qualcosa di caldo. Fermiamoci in quel locale.”

Nicola: “Ok!”

Un paio di tisane a testa, si scolarono prima di decidere di rialzarsi e prendere la via di casa.

La chiacchierata vagò molti su vari argomenti, perché quando si vede che c’è un pericolo in vista si pensa molto al passato e quindi vennero riesumati i momenti ironici vissuti nelle vite di entrambi, i vecchi cartoni animati, le vecchie serie tv, i vecchi film e quanto era bello giocare e giocare ore ore spensierati, visto che ora invece, tutto sembrava pesante e complicato.

Si salutarono da amici, amici veri.

Se prima non c’era un vero e proprio legame tra i due da quella sera si poteva dire che era nato un forte legame di amicizia, di stima, e un grande senso di sicurezza reciproca.

Passò un mese velocemente, tanto, che sembrava di aver fatto un salto spazio temporale.

In questo mese i nostri amici avevano creato una società per azioni denominata “La casa degli Italiani”.

Una vera società d’investimento, che poteva dire tutto e niente.

Una specie di scatola vuota che si sarebbe potuto riempire con tutto e niente.

Tutte le persone che in questo momento erano a conoscenza degli extra terrestri erano soci della società.

Per aprirla erano stati spesi in maniera occulta fondi del Cnr, grazie a Roberto.

Vancovar in Libia, aveva fatto scendere dalle astronavi il suo esercito, che a fianco dell’esercito terrestre, senza far vedere la differneza, stava portando l’ordine nelle strade con forza e ferocia. Tutti i dissidenti venivano fermati e puniti, giorno dopo giorno la Libia era sempre di più una nazione migliore.

Il sistema elettrico di una astronave era stato collegato al sistema elettrico della nazione, quindi la Libia godeva di energia elettrica in quantità, illimitata e gratuita.

Il sistema sanitario, stava migliorando paurosamente, usando maniere convenzionali e non extraterrestri.

Molti libici, pur non condividendo il modo con cui venivano trattati i dissidenti, apprezzavano il cambiamento e sentivano sempre di più, Vancovar, questo uomo venuto dal nulla come il loro leader massimo.

Vennero aperti dei bordelli pubblici, in cui i libici e gli extraterrestri potevano sfogarsi. Le prostitute guadagnavano uno stipendio fisso e un compenso a prestazione.

Se le famiglie portavano le proprie figlie verso la prostituzione ricevevano compensi anche le famiglie, compensi fissi e in base alle prestazioni della figlia.

Di soldi Vancovar ne fece stampare in quantità illimitata, non guardava nessuna regola monetaria terrestre.

Se per vivere agli umani servivano questi soldi, Vancovar fece riempire le banche e grazie al lavoro li distribuiva alla gente.

In questa fase, vennero svuotati i carceri di tutta la nazione e i carcerati venivano portati, senza rendersene conto dentro l’astronave madre per essere trasformati dal Dott. Andross e convertiti in uomini migliori.

Le donne in carcere venivano date in schiave agli extraterrestri nelle astronavi.

Queste erano le prime vere persone che entravano in contatto con la reale natura di queste nuove persone, ma non avrebbero mai potuto dirlo in giro perché schiave e trattenute con la forza.

Ritorniamo agli uomini.

Gli uomini venivano addormentati, rasati completamente, sdraiati comodamente su dei lettini chirurgici, a ogni uno venivano presi vari accessi arteriosi e venosi, venivano cateterizzati, e ripuliti dalle feci.

Infine coperti bene per mantenere una buona temperatura corporea. Così prepararti gli veniva applicato una sorta di caschetto nella testa.

A questo punto venivano fatti entrare in un immenso stanzone, e li venivano collegati a distributori di farmaci e sostanze computerizzato e a un sistema di eliminazione dell’urina. Dal caschetto con delle onde cerebrali a basso livello venivano riprogrammati.

In questo modo Androos li trasformava. 

Si sarebbero svegliati come uomini nuovi.

Vancovar andò a trovare Androos durante il suo lavoro.

Vancovar: “Sei fantastico, mi piace un casino quello che stai facendo.”

Andross: “Inoculando loro i geni ricavati dagli ovuli di quella sapiens Paola, diventeranno dei veri operai instancabili.”

Vancovar: “Me ne serviranno molti, moltissimi.”

Andross: “Bè ne abbiamo già molti, ma so che stanno organizzando di andare a catturare anche le tribù di beduini nel deserto.”

Vancovar: “Si! Perché la Libia dobbiamo liberarla anche dalle persone inutili. Dovremmo far risorgere un nuovo paradiso terrestre.”

Andross: “Vedrai che con questi uomini ce l’ha farai.” Vancovar: “Riesci a tranquillizzarli a livello sessuale?”

Andross: “No! Mi dispiace, il testosterone che avranno in corpo sarà altissimo e dovranno potersi sfogare anche loro.”

Vancovar: “Ma saranno delle bestie?”

Andross: “No! Assolutamente. Saranno dei veri operai seri ed implacabili, ma con le loro esigenze.”

Vancovar: “Ok! Sarà sufficiente aprire bordelli vicino ad ogni campo di lavoro.”

Andross: “Quando le talpe avranno finito il loro lavoro e la Libia sarà circondata da un mare di acqua dolce la potrai irrigare per bene e così vedrai che lavoro.”

Vancovar: “I terrestri non trasformati li dovremmo usare comunque per i nostri progetti.” Andross: “Si! Ma quelli li potremmo elevare ad una più alta conoscenza con tecniche terrestri.” 

Vancovar: “Cioè?”

Andross: “InsegNando loro, una nuova vita, uno stile di vita nuovo.”

Vancovar: “Se entreranno in contatto con i nostri uomini trasformati?”

Andross: “No! Questo non dovrà succedere mai, perché le loro differenze fisiche saranno troppo evidenti.”

Vancovar, non sapeva e non poteva immaginare, che il suo primo vero problema stava arrivando dal mare a bordo di un gommone.