Scritto interamente da Zorzella Fernando
Presentato a puntate qui su face book.
Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.
Il romanzo è dedicato a Mia Moglie Francesca.
DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO
TESTO:
7° CAPITOLO
Appena le mie labbra si appoggiano alle tue io perdo conoscenza e mi annullo, sento solo il bene che mi fai, sento solo che tu mi lasci fare e che stai bene anche tu.
Francesca: “Andiamo in camera tua o mia?”
Fernando: “Andiamo su nel balcone.”
Francesca: “Nel balcone, su? Ma sei strano forte, avrei detto che mi avresti tolto tutto in tre secondi.”
Fernando: “E tu mi avresti lasciato fare?”
Francesca: “Se ti sto dicendo che pensavo che mi portassi in camera? Cosa potrei fare dopo la cena che mi hai pagato.”
Fernando: “Sei il tipo che perde la testa per una cena?”
Francesca: “Per tutto il contesto si.”
Riprendiamo a baciarci.
Arrivati al piano del balcone si aprono le porte dell’ascensore e lo Skyline di Barcellona è fantastico.
La sera è bella, le stelle e le luci della città sembrano un presepe.
Neppure il traffico si sente.
Fernando: “Spogliare una donna sono bravi in tanti, far si che questa si spogli da sola è un’altra cosa.”
Francesca: “Ti sto dicendo che pensavo che mi portassi in camera, questo dice tutto.”
Fernando: ”Hai notato che non c’è nessuno nel balcone?”
Francesca: “Si è vero non c’è nessuno. C’è il tuo zampino?””
Fernando: “Si amore mio.”
Francesca: “Ma io qui potrei avere freddo, non l’hai pensato?”
Fernando: “Ti posso scaldare io.”
Francesca: “Bè, se non c’è nessuno ma il bar è a disposizione, penso che andrò in cerca di una bottiglia di vino.”
Fernando: “Tu?”
Francesca: “Certo, io cerco il vino.”
Torni dopo un attimo con una bottiglia di spumante italiano.
Ti avvicini, io mi siedo su un divanetto e tu con la bottiglia in mano ti siedi sulle mie ginocchia, con le gambe aperte, facendo salire la minigonna.
Stappi lo spumante, un pò di vino ci bagna.
Poi inizzi a bere a canna.
Francesca: “Che me dici, aspetti che io sia ubriaca per fare l’uomo o ti va di fare qualcosa anche tu?”
Fernando: “Sto guardandoti, è bello vederti felice.”
Francesca: “Cos’è la felicità Fernando. Pochi uomini mi hanno voluto veramente felice.”
Fernando: “Io voglio vederti sempre felice.”
Francesca: “Sei sicuro che sia meglio farlo qua e non in una camera da letto calda e accogliente?”
Fernando: “Tutti sono bravi farlo in camera da letto.”
Francesca: “Ascolta se aspetti che mi tolga io i tre indumenti che ho addosso sei veramente fuori. Dai fai l’uomo tu.”
L’amore prende il sopravvento ed i minuti passano.
Ad un certo punto il cellulare suona e ti arriva un messaggio, poi un’altro e poi un’altro ancora.
Devi per forza guardare.
Francesca: “Cazzo, cazzo, una delle mie amiche si è sentita male, devo andare da lei, cavoli cavoli. Cosa posso dire ora. Vedranno che arrivo tutta trasandata.”
Fernando: “Di che eri salita qui e ti sei addormentata su un lettino poco comodo.”
Francesca: “Si dai, la storia può reggere. Ci vediamo domani pomeriggio, se tutto va bene. Ci vediamo alle 14.30.”
Fernando: “Non è un orario romantico.”
Francesca: “E’ l’orario giusto per lo shopping. Mangi a mezzogiorno, leggero se puoi, sgroppino, caffè, una rinfrescata in camera e poi via con la tua regina a fare shopping.”
Fernando: “Shopping? Dobbiamo proprio, non si può andare in spiaggia?”
Francesca: “Come? Basta miele? Dopo questa sera in cui l’unico sforzo che hai fatto è stato togliermi il perizoma non mi accompagni a fare shopping?”
Fernando: “Ok, ok, mi hai convinto.”
Ma cosa mi hai fatto Francesca?
Chi è il vero carnefice in una situazione come questa?
La società vede come indifesa sempre la donna, ma quando l’uomo ha il cuore spappolato chi è il vero carnefice?
Il sole sorge, pronto per illuminare un altro giorno.
In ascensore incontro te e le tue amiche, per fortuna si sarà tutto sistemato.
Le tue amiche sono davanti a noi, che ci girano le spalle.
Provo a toccare la tua mano, con la mia, ma mi scansi.
Le tue amiche non si accorgono di nulla.
Quando le porte si aprono, io rimango fermo, mentre le tue amiche escono veloci, tu prima fai 2 passi avanti e poi ti giri, mi blocchi e mi dici: “Ricordati, oggi pomeriggio, Shopping.”
Io non ho neanche il tempo di rispondere, e sorridendo ti vedo allontanare.
Esco un pò dall’ascensore, in modo che le porte si chiudano dietro di me e rimango li a guardarmi intorno.
Ho conosciuto un vero angelo, una vera dea e sono intenzionato a giocarmi al massimo questa partita d’amore.
Decido di andare a rilassarmi in spiaggia.
Passano i minuti tra il lettino e il mare.
Il sole è ottimo per abbronzarsi e perchè no sonnecchiare.
A metà mattina per incentivare e rendere più profondi i pensieri che faccio su di te, mi prendo prima una birra media bionda e poi una rossa.
Buonissime tutte e due.
La cosa che mi fa più concentrare e riflettere è pensare ai momenti in cui ti ho baciato.
E’ sconvolgente posare le labbra sulle tue, sentire la morbidezza ed il calore, sentire la passione che sprigioni.
Sai slegare tutti i miei freni.
Dopo pranzo ci troviamo, nella hall dell’albergo.
E’ fantastico, non servono cellulari o messaggi, non servono app, rispettiamo gli appuntamenti quasi al minuto.
L’intesa in questo momento è altissima.
E’ vero, essendo in albergo, è sufficiente vedere se ci sono le chiavi alla reception, per capire se uno di noi è fuori o dentro, ma quello che facciamo è ancora meglio.
Francesca: “Pronto per la prestazione atletica che ti sta aspettando?”
Fernando: “Secondo te non reggo ad un pò di shopping?”
Francesca: “Vediamo come va dai.”
Usciamo e a braccetto ci dirigiamo verso il centro.
Francesca: “Ho dovuto dire alle mie amiche di te.”
Fernando: “Addirittura?”
Francesca: “Bè, come posso giustificare che le lascio spesso da sole.”
Fernando: “Cosa hanno detto?”
Francesca: “Mi hanno fatto il terzo grado sul mio matrimonio e poi hanno detto che terranno la bocca chiusa. In fondo hanno capito che questa vacanza a me serve proprio per mettere in ordine le idee.”
Fernando: “Spero che la mia presenza ti aiuti.”
Francesca: “Bè, secondo te?”
Fernando: “Potrei essere per te molte cose in questo momento, come tu per me. Io spero di essere di aiuto.”
Francesca: “Io sono di aiuto per te?”
Fernando: “Ho conosciuto la mia stella polare, la stella che voglio seguire.”
Francesca: “Non perderti troppo pensando a me, altrimenti non troverai la via di casa.”
Fernando: “Voglio perdermi veramente.”
Francesca fece un sorriso, e poi tenendomi per mano, pensava a varie cose guardandosi attorno e camminando.
Francesca: “Dai entriamo in questo negozio.”
Il pomeriggio passa inesorabile, e arrivati a cena ci fermiamo a mangiare qualcosa in giro.
Cavoli, il tutto compreso noi lo stiamo buttando al cesso veramente.