Scritto interamente da Zorzella Fernando
Presentato a puntate qui su face book.
Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.
DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO
TESTO:
10° PUNTATA
Attraversarono una fitta rete di corridoi, poco luminosi, erano stretti e alti al massimo 2 metri e 30. Sembravano essere rivestiti da lynoleum, ma in realtà al tatto sembrava una specie di lamiera.
Tutto era colorato di grigio, con varie tonalità.
Ogni tanto nei corridoi, c’erano delle porte con delle scritte indecifrabili.
Arrivati davanti alla stanza preposta, venne fatta entrare solo Paola.
Entrata si trovò in una tipica sala operatoria modernissima, non sembrava essere dentro un’astronave.
Venne fatta spogliare e sdraiare completamente nuda su un lettino, scomodo ma non freddo.
Non c’era freddo in tutta la stanza.
Paola venne fatta metter ein posizione ginecologica ed il Dott. Andros cominciò il prelievo.
Paola era continuamente controllata con lo stesso scanner che aveva usato Andros all’arrivo nell’astronave.
Tutto filava per il meglio. Andros: “Senti dolore Paola?”
Paola: “No dottore. Sono un po’ smarrita e mi sento fuori luogo, essendo qui tutta nuda davanti ai suoi assistenti.”
Andros: “Non devi sentirti così, noi non facciamo del male a nessuna nostra creatura. Poi è normale essere nudi. Nasciamo nudi e moriamo peggio.”
Paola: “Siamo vostre creature?”
Andros: “Conosci Nicola e ci lavori insieme e non ti sei mai fatta raccontare qualcosa di noi?”
Paola: “Ma Nicola vi conosce?”
Andros: “Non direttamente, diciamo tramite i libri.” Paola: “Ho capito.”
Andros: “Se ci fosse qui Enlin e ti vedesse così bella ti vorrebbe come schiava.” Paola: “Non mi faccia arrossire dottore per piacere.”
Andros: “Ho finito, sono a posto.” Paola: “Di già?”
Andros: “Certo! Noi siamo extraterrestri, una civiltà avanzata, come dite voi, quindi ho
finito.”
Paola: “Ma a cosa vi serve?”
Andros: “A niente che possa interessare a te Paola.”
Paola: “Ok. Non faccio domande.”
Andros: “Ora ti aiutiamo a rivestirti e poi potrai andare in una stanza a riposare.”
Paola: “Bè ma non mi avete fatto niente sto bene.”
Andros: “Vai a riposar elo stesso.” Venne aiutata a scendere e a rivestirsi.
Mentre, però, si stava rivestendo un aiutante di Andros, no so se a posta o per sbaglio, da dietro toccò il seno di Paola.
Lei si girò e fece un urlo di rimprovero e subito anche Andros, lo rimproverò pesantemente. Per la seconda volta Andros utilizzò la parola “schiava”, e Paola ci rimase molto male.
Tornata in stanza si trovò con Nicola e si mise a riposare. La stanza era molto minimale.
Aveva solo due letti, il bagno e pochi altri arredi. Parlarono insieme un po’.
Nicola : “Come ti senti Paola?”
Paola : “Bene, pensavo che mi avrebbero fatto male, ed invece, niente, non me ne sono accorta.”
Nicola : “Oro, sono contento.”
Paola : “Mettiamoci a riposare, domani sarà un altro giorno! Non so però se ci riuscirò, perché tutte queste novità mi stanno sconquassando.”
Nicola : “Vancovar mi ha detto che domani ci porterà a fare un giro di sorvolo della Libia per farci vedere cosa stanno facendo.”
Paola : “Ottimo! Ascolta, volevo chiederti una cosa, per capire se tu puoi dirmi qualche cosa.”
Nicola : “Dimmi, chiedimi.”
Paola : “Mentre ero in sala operatoria sdraiata, mi parlavano stranamente, alludevano al fatto che ci hanno creato loro, che io sono bella e che potrei essere la schiava di un loro capo, ma cosa vuol dire tutto questo?”
Nicola si mise a sorridere e a scuotere la testa.
Poi si mise a riflettere su come poter spiegare questo concetto a Paola. Nicola : “Sei credente Paola?”
Paola : “Si! Discretamente! Non vado spesso in Chiesa ma credo in Dio.”
Nicola : “Hai letto la Bibbia qualche volta?”
Paola : “No! Mai perché mi hanno sempre detto che la Bibbia non si legge come un libro qualunque perché non va bene.”
Nicola : “Se ti dico che il Dio in cui crediamo sono in realtà loro, ci crederesti?”
Paola : “Ma Dio è Dio e magari avranno anche loro un Dio.”
Nicola scosse la testa ancora sorridendo. Paola si alzò e si fece cupa.
Paola : “Ma noi siamo stati creati dalla terra, dal soffio di Dio e non dalla scimmia. Vero?”
Nicola : “Se la verità stesse nel mezzo cosa diresti?” Paola : “Come?”
Nicola : “Se in realtà, all’inizio di tutto loro fossero arrivati nella terra e trovandosi davanti degli ominidi senza speranza avrebbero apportato delle modificazioni genetiche per farci diventare quello che siamo cosa ne penseresti’ Se il soffio di Dio fosse una bella iniezione di cromosomi modificati, migliorativi per farci diventare come noi?”
Vancovar, invece in piena notte andò, all’interno del laboratorio dell’astronave, per capire se Andross aveva finito di sequenziare il Dna di Paola.
Entrato nel laboratorio, si sedette ad una scrivania accanto ad Andross per discutere il lavoro fin qui svolto.
Vancovar: “Sei riuscito a fare qualcosa?”
Andross lo guardò sorridendo.
Andross: “Qualcosa? Molto più che qualcosa.”
Vancovar: “Dimmi allora, stupiscimi.”
Andross: “Ho sequenziato tutto il dna della Sapiens, ed ho isolato i geni che servono a noi. Li ho modificati e questo che ti sto mostrando è la stringa del Dna modificata che serve a noi.”
Vancovar: “Ora che effetti avrà, inserendola nelle cellule dei Sapiens?”
Andross: “Magnifici effetti. Aumenteranno d’altezza, pur avendo finito la fase dello sviluppo. Saranno più forti fisicamente e muscolarmente meglio dotati. Avranno meno sonno, potranno lavorare di più. Saranno degli schiavi fenomenali.”
Vancovar: “E la salute? Saranno più forti?”
Andross: “Non proprio, saranno come tutti gli altri Sapiens. Avrai un esercito di schiavi instancabili e forti come mostri.”
Vancovar: “La loro aggressività come sarà, non voglio delle bestie.”
Andross: “E’ possibile che producano maggiore testosterone, ma semmai vedremo strada facendo.”
Vancovar: “Avrò un esercito di schiavi al mio cospetto.”
Andross: “Non solo, nel periodo in cui inietteremo il gene, e modificheranno il loro fisico, li terremo in coma e gli faremo il lavaggio del cervello. Saranno delle entità nuove e tu sarai il loro capo.”
Vancovar: “Fenomenale.”
Andross: “Dammi un po’ di tempo che comincio a preparare le dosi da iniettare ai primi sapiens e poi cominceremo la produzione.”
Vancovar: “Quanto tempo ci vorrà per aver ei primi pronti?”
Andross: “Mi ci vuole un mese buono. Ma domani notte scenderà giù, l’astronave adattta, quando sarà tutto pronto sarà una fabbrica in serie.”
Vancovar: “Io ho cominciato a procurarti le prime cavie.”
Andross: “Come?”
Vancovar: “I soldati stanno prelevando tutti i detenuti dalle carceri e tutti quelli che creano sommosse in giro per il territorio. Così allo stesso tempo ripuliamo lo stato da esseri inutili e acquistiamo fiducia tra i sapiens tranquilli.”
Andross: “Ottimo. Ma il mondo si chiederà cosa stiamo combinando sempre di più.” Vancovar: “Lo puoi dire cercano di infiltrarci in tutti i modi, ma se esagerano avranno a che pentersi.”
Andross: “Maledetto il giorno che è stato insegnato a questi esseri a costruire armi così potenti.”
Vancovar: “Lo puoi dire.”
All’indomani, Paola e Nicola, appena fatta colazione, vennero fatti salire su una navicella per il trasporto di persone per un giro di perlustrazione sopra la Libia.
Vancovar: “Siete pronti che vi faccio vedere come stiamo migliorando il vostro mondo?”
Paola: “Certo che siamo pronti.”
Vancovar: “Allora partiamo.”
Nicola: “Abbiamo un cicerone niente male.”
Vancovar: “Lo puoi dire. La tua guida è il capo supremo di una spedizione interstellare. Niente male no, Sapiens Nicola?”