Scritto interamente da Zorzella Fernando
Presentato a puntate qui su face book.
Tutto nel romanzo è inventato e frutto di fantasia.
DIVIETO ASSOLUTO DI COPIARLO O RIPRODURLO
TESTO:
13* CAPITOLO
Trasferiamoci ora a Pegognaga, dove la vita proseguiva indisturbata e dove Filippo e Angelica si integravano sempre più nella comunità.
La vita sembrava si fosse fermata, li si pensava di più alle cose primarie fondamentali della vita.
Avevano superato la crisi della catastrofe utilizzando la natura a proprio favore, quindi non solo per mangiare, ma anche per curarsie per tutte le attività della vita.
Praticamente avevano fatto un salto indietro nel tempo, cosa che aveva aiutato molto, reagendo in un modo completamente diverso a Genesi.
Filippo stava lavorando con Franco e altri alla costruzione di nuove case perché chi voleva chi voleva aggregarsi avrebbe dovuto trovarsi subito una sistemazione confortevole per integrarsi meglio.
Franco: “Filippo come ti sembra vivere qui? C’è differenza o no con Genesi?”
Filippo: “Certo che ci sono differenze. Voi avete cercato di sistemarvi meglio da subito costruendo case di legno, noi invece abbiamo preferito le tende, voi a Genesi fareste molto bene e portereste una ventata di innovazione.”
Le ore di lavoro trascorrevano, e ad un certo punto, Franco mentre lavorava scivolò e cadde dal tetto da un’altezza di tre metri e nell’impatto con il suolo si ferì la gamba con una sega, procurandosi un profondo taglio sulla coscia.
Filippo urlando saltò giù dal tetto e chiamò aiuto.
Accorsero in tanti e sdraiando Franco su di un’asse di legno lo portarono di corsa dal Dott. Peter ed arrivati lasciarono lavorare il Dott. Peter per una buona ora abbondante.
Uscito il Dottore dal suo ambulatorio disse: “Franco ha subito un’importante taglio alla coscia destra, ho dovuto suturare muscolo e cute. E’ stato un bravo paziente. Penso di aver fatto un buon lavoro, lo terrò qui in infermeria sotto antibiotici per evitare infezioni.”
Fabrizio: “C’è la possibilità che insorgano infezioni?”
Dott. Peter: “Non dovrebbero esserci problemi, ma voglio essere sicuro, vorrei inoltre che stese proprio a riposo.”
I lavori terminarono, dopo l’infortunio di Franco, molti andarono a trovarlo, dando da fare al Dottore per cercare di tenerli lontani o almeno farli entrare per poco tempo.
Franco e Maurizio erano dei gran lavoratori ed erano ben voluti in comunità, infatti è anche grazie alla loro intraprendenza, disponibilità e capacità di coinvolgimento.
Il giorno dopo a Genesi di mattina presto si era riunito il consiglio per discutere vari punti.
Elena: “Le operazioni per far entrare e sistemare adeguatamente le cittadine di Prima Donna sono un vero lavoraccio, non si sa quando finiranno.”
Bruno: “Per fortuna che hanno fatto un vero e proprio trasloco portandosi più materiale possibile. Piano piano le stiamo facendo entrare.”
Alfred: “E’ vero non sono comunque senza riparo, quindi non c’è fretta.”
Elena: “Io ho rilevato alcuni problemi, ovvero, ci sono pochi bagni, poche docce e la zona ristoro è troppo piccola.”
Jenny: “Elena, non preoccuparti, sono tutti problemi prevedibili, pianificate con calma tutto, senza spaventarvi.”
Si discusse a lungo su questi problemi e si trovarono tutte le soluzioni.
Jenny: “Un’altra cosa mi preme, ……. I 4 ragazzi arrestati sono stati ascoltati o non ancora?”
Andrea: “NO non sono ancora stati ascoltati, ma vengono trattati molto bene.”
Alfred: “Volevamo capire se volevi interrogarli tu Jenny.”
Jenny: “Ok, dalle sbarre della cella hanno visto Gianni per caso? Non vorrei che lo riconoscessero e non creino problemi.”
Alfred: “Riguardo a questo loro non hanno visto Gianni, ma io ho fatto vedere loro a Gianni e ha detto che non li ha mai visti, sicuramente facevano parte di un altro gruppo.”
Jenny: “Dobbiamo tener presente che è assodato che non esisteva solo la comunità di Rovigo, degli Orsi Neri, ma anche a Padova, quindi possiamo dire di non sapere esattamente quanti sono.”
Alfred: “Dobbiamo stare in allerta ……. Per questo ho detto ai ragazzi di Guardia Legnago di tenere gli occhi bene aperti. ……… Meglio se si aumentasse il numero di soldati da 20 a 100 e se si dotassero di maggiori armamenti.”
Si discusse molto anche su questo argomento e molta fu la paura di trovarsi immersi in un’altra battaglia.
Jenny: “State calmi …… State calmi …… dobbiamo sentirci tranquilli, William sta vigilando per bene e l’idea di aumentare il contingente a Guardia Legnago è di sicuro una buona idea.”
Bruno: “Su quei uccellacci che sono stati visti volare sopra il convoglio cosa sappiamo?”
A questo punto entrò William e si intromise nella discussione.
William: “Che sono spaventosi. C’è da dire che anche su questo ci potranno dire qualcosa i 4 ragazzi che abbiamo in gabbia.”
Fabrizio: “Allora rimandiamo tutto a quando li avremmo interrogati.”
Usciti dalla riunione William aveva un po’ di tempo libero e così decise di fare 4 passi per la comunità scambiando un po’ di chiacchiere di qua e di la.
Incrociò Sirena: “Ciao William!”
William: “Ciao, come te la passi?”
Sirena: “Bene, c’è molto lavoro da fare, …….. Jenny è stata molto gentile, e ha detto che quando ci saremo sistemati per bene, farà richiesta al Consiglio di far entrare anche me in consiglio.”
William: “E’ un’ottima idea, Jenny sa sempre come comportarsi, ecco perché qui la adorano tutti quanti.”
Sirena: “Ti va di venire a vedere come mi sono sistemata?”
William non immaginava che lei fosse attratta da lui, così la seguì.
Arrivati alla tenda entrarono e quando fu tutto chiuso, Sirena, lo prese di sopravvento e lo baciò.
Lui si staccò subito, la scostò e uscì subito dalla tenda.
Sirena dentro di lei disse: “Prima o poi sarai mio William, non hai niente da condividere con la tua Luisa.”
Lui corse da Luisa che si trovava nella zona bagni per le pulizie, raggiunta la prese e la sollevò giurandole etero amore.
Lei le disse allora: “Speriamo che stanotte tu abbia la stessa irruenza che hai ora.”
Il giorno dopo Jenny, Bruno e William andarono dai 4 prigionieri per fare quattro chiacchiere.
Arrivati e messi comodi i 4 ragazzi cominciarono ad insultare pesantemente la comunità e tutta la gente.
Jenny con forza disse: “Ora basta, siete stati trattenuti perché la vostra gente ha mosso guerra verso una comunità di donne, che per quanto non fossero indifese, andavano comunque protette. Invece di farci la guerra in questo momento dovremmo essere tutti uniti e collaborare. Visto questo vi abbiamo trattenuti perché non volevamo che voi diceste ai vostri capi la nostra posizione. ………. Come vi chiamate?”
Germano, uno dei 4, il più nervoso disse: “Vi interessa sapere come ci chiamiamo? Che ve ne frega? Voi difendevate quelle puttane ingiustamente. ……….. La società deve andare avanti e deve rinascere e loro si devono sottomettere e fare le donne. ………. Voi non lo pensate così?”
Jenny: “Farò finta di non aver sentito ………….” Ma venne subito fermata da Bruno che aggiunse: “Ma che castroneria dite? Quanti anni avete?”
Germano: “20 io.”
Fabrizio: “Ok abbiamo capito che tutti voi uomini della comunità avete maturato questa idea perversa.”
Alessio, uno dei 4 aprì bocca prendendo coraggio: “Che sarà di noi ora? Non abbiamo fatto niente di male a voi e non ne volevamo fare, noi non siamo neanche soldati.”
Enrico un altro del gruppetto: “Noi facciamo parte di quelle famiglie che si sono uniti agli Orsi Neri perché erano la comunità più vicina.”
Jenny: “A sentire il buon Germano, non sembra che siate così tranquilli. ……… Per ora rimanete qui rinchiusi, vi tratteremo bene e se sarete disponibili a collaborare andrà ancora meglio.”
Alessio, Enrico e Simone dissero: “Come possiamo essere di aiuto?”
Jenny: “Ogni tanto vi verremmo a chiedere qualcosa sugli Orsi Neri e se ci risponderete vi daremo modo di stare in mezzo a noi………. Sarete comunque controllati a vista perché non dovrete lasciare Prima Donna.”
Jenny e gli altri del consiglio riscossero l’approvazione dei 3 tranne quella di Germano che rimaneva ancora nelle sue posizioni.
Thomas e Giuly stavano riordinando il materiale bellico ed insieme agli altri aggiornavano l’elenco di tutto il materiale rimasto.
Thomas: “Cavoli non è che siamo messi bene con le armi. La guerra a Prima Donna ci ha svuotato per bene.”
Giuly: “Non dovrebbero esserci guerre, ma accordi tra comunità, questo disastro ci ha divisi tutti, è un casino.”
Thomas: “Si, quando ci sono catastrofi ci sono sempre individui che pensano di dettare la propria legge, e a noi è proprio mancato lo stato.”
Giuly: “Non ci possiamo fare niente, ci servono armi, quindi occorre trovare posti dove possano esserci ancora. Depositi militari per esempio.”
Thomas: “Finiamo l’inventario e poi andiamo a portare il nostro lavoro a William.”